Da “Il Resto del Carlino – Cronaca di Pesaro” del 9 aprile 2020
Passo perentorio, poche parole, molto cuore. Con lo stesso passo veloce, Tito se n’è andato. E ha lasciato un vuoto in famiglia, nel mondo cattolico e nel Masci di cui, da decenni, era parte attiva e sempre presente nelle molteplici attività. Da tempo malato, Tito Betti, così lo ricordano i suoi cari e gli amici, ha accettato con estrema rassegnazione il suo cammino di dolore accanto alla moglie che lo ha accompagnato con dedizione nell’ultima missione e che, amorevolmente, lo ha assistito sino alla fine. Tito Betti, ex dipendente dell’Asur di Pesaro e appassionato orticoltore nelle ore dedicate all’hobby prediletto, è stato, con la moglie Carla, fra i primi ad entrare a far parte della Comunità di Pesaro con oltre trent’anni di militanza attiva, sempre pronto ad operare per il bene degli “ultimi”.
Ha fatto parte, sempre con la moglie Carla, della Comunità Nazionale dei Foulard Bianchi, impegnandosi per tanti anni al trasporto dei malati presso il Santuario di Lourdes. Ma l’instancabile attività di Betti come volontario, si è spinta molto oltre: ha prestato per diversi anni servizio di volontariato, con altri componenti del Masci di Pesaro, all’Oasi dell’Accoglienza di Sant’Andrea in Villis che ospita famiglie da tutto il mondo per la cura delle leucemie. La moglie, da oltre un ventennio, è responsabile della Comunità Masci di Pesaro ed ha avuto in Tito un grande aiuto. Nessuno, anche all’interno degli adulti scouts, dimentica la sua instancabile opera nelle occasioni in cui c’era da darsi da fare.
Tito lascia, oltre alla moglie Carla, i figli Simone e Valentina e cinque carissimi nipoti.